La seconda grande protagonista di Lanzarote, anzi direi la prima a pari-merito con César Manrique, è la Natura. Su quest’isola domina indiscussa: selvaggia, brutale, brulla, quasi priva di vita ma non priva di energia.
Sarà sicuramente per questo motivo che questo è il posto ideale se avete necessità di un profondo contatto con la natura, ed è proprio il motivo per cui ho scelto di venire qui.

D’altrocanto è un’isola di origine vulcanica e tra il 1730 e il 1736 si verificò uno degli episodi eruttivi di maggiori dimensioni al mondo, che distrusse una parte dell’isola creando però anche nuove opportunità per la vita. Nei luoghi di quell’eruzione sorge oggi il Timanfaya, che vi consiglio di visitare perchè è un luogo magico.  Si tratta di un grande cratere all’interno di un Parco naturale protetto, nato il 9 agosto 1974, con un perimetro di 30 Km e un’altitudine massima di 540 metri, che prende appunto il nome dallo stesso Timanfaya.

Parco naturale del Timanfaya

Ancora oggi il nucleo dell’eruzione del 1730-1736 costituisce uno degli spazi vulcanologi più importanti al mondo. In uno spazio di pochi chilometri quadrati si trovano più di 25 crateri. L’attività vulcanica di Lanzarote è di tipo effusivo (e non esplosivo) ovvero la lava fuoriesce lentamente da fessure di grandi dimensioni, le colate sono fluide e percorrono distanze considerevoli.

Si percorrono le vie del Parco a bordo di un pullman, è proibito percorrerlo in autonomia o a piedi.  Durante la visita c’è una voce che fornisce spiegazioni in spagnolo o in inglese. In tutto il giro dura circa 45 minuti.

In alternativa ci sono 2 percorsi che si possono fare a piedi: uno di 2 Km, l’altro di 9 Km che parte dal litorale.
Per approfondimenti vi suggerisco di visitare il sito turismolanzarote.com  da cui io stessa ho preso informazioni.

Jardìn De Cactus

Un altra meta imperdibile di Lanzarote è il Jardìn De Cactus, situato nella periferia di Guatiza, verso Mala.
Creato da César Manrique che ha voluto dare nuova vita ad una cava di “rofe” (cenere vulcanica) abbandonata nel secolo passato. Inaugurato nel 1989, ha un a forma ad anfiteatro, ed è un omaggio dedicato a questa zona dove si coltiva il fico d’india per l’allevamento della cocciniglia (da cui si ricava un prezioso colorante naturale). Questo giardino ospita 10.000 piante, appartenenti a circa 1.400 specie differenti di cactus.

Se amate i cactus come li amo io è davvero imperdibile!