Dopo Sarajevo mi sono spostata verso Dubrovnik (in Italia tradotta con Ragusa), bellissima città storica della Croazia circondata da mura.
A Dubrovink è proprio bello perdersi nei vicoletti, naturalmente consigliato il giro sulle mura, da cui si gode di un panorama mozzafiato. Consiglio anche il “Maritime Museum” dove ho potuto capire l’importanza di questa città dal punto di vista degli scambi commerciali, in quanto è stata un porto molto importante nell’Adriatico. Vi suggerisco di fare la “Dubrovnik card” con la quale potrete visitare i monumenti principali della città. Essendo una città molto turistica i prezzi sono un po’ sopra la media della Croazia.

Volendo fuggire dalla confusione ho preso un traghetto e visitato la vicina “Lokrum Island”, un angolo di natura incontaminata ricco di animali e di piante di ogni genere. Anche qui è stato bello perdersi nei mille sentieri che attraversano l’isoletta, che si gira comunque tutta in poche ore a piedi.

Dopo 2 giorni a Dubrovnik mi sono spostata verso Kotor (Cattaro tradotto in italiano), una città fortificata sulla costa del Montenegro, all’interno delle famose “Bocche di Cattaro”, ovvero una serie di insenature che assomigliano molto ai fiordi norvegesi. Qui vale la pena scalare il monte che sovrasta la città e godersi un panorama unico sulla baia e sulle insenature.

La tappa successiva è Budva, conosciuta anche come la “Miami del Montenegro”. In realtà è una città medievale che esiste da oltre 2500 anni, e questo la rende una delle città più antiche sulla costa adriatica.
La parte più antica è la parte centrale della città, poi c’è una parte più moderna, ricca di locali e di vita notturna.

A 6 Km a sudest di Budva c’è poi un’altra chicca: si chiama San Stefan, una piccola isola collegata alla terraferma. E’ la protagonista della foto-copertina di questo articolo. Veramente imperdibile.

A circa 40 km da Budva c’è un altro posto spettacolare: il Lago di Scutari, il lago più grande della penisola balcanica. Decido di trascorrerci 3 giorni, e devo dire che non avevo mai assaporato la solitudine come in questa occasione.
Avevo deciso di alloggiare in un campeggio sperduto, un luogo isolato da tutto e da tutti, per raggiungerlo devi avere per forza un mezzo, oppure puoi prendere un taxi (costo a tratta 25 euro). E’ un viaggio di 40 minuti a strapiombo sul lago, con autista pazzo (o almeno a me sembrava pazzo e ho davvero temuto per la mia vita).
Ho scoperto che il lago ti porta davvero ad una grande introspezione: non è aperto come il mare, che fa volare la fantasia e ti culla nelle sue onde. Il lago è chiuso, è calmo, ti spinge davvero in profondità dentro di te. E così è stato per me in quei 3 giorni.

Il mio viaggio è giunto al termine.
L’ultima tappa è stata Bar, altra città di origine romana affacciata sul mare. Da lì ho preso il traghetto e sono rientrata in Italia.

Sono tornata con una grande consapevolezza: quella di amarmi molto e di star bene con me stessa. Io con me ci sto proprio bene. Posso restare in superficie, o scavare a fondo, ma trovo sempre un motivo e un modo per amarmi.

E questa è una cosa molto importante