Quanto coraggio ci vuole per seguire il proprio cuore?
Per essere se stessi fino in fondo, andando oltre gli schemi imposti dalla società?
Bè, io posso dire di saperne qualcosa. A volte può essere scomodo, impegnativo.
Ma per me è l’unica cosa da perseguire fino alla fine.

“Fai quello che senti nel profondo, fallo ogni giorno, con passione e amore.”

Queste sono le parole di Marco Cuomo, professione: esploratore del mondo, fondatore di Backpacker Adventure, che organizza viaggi avventura di gruppo alla scoperta di luoghi e popoli attraverso un team di tour leader esperti.

Marco dice che per anni si è sentito intrappolato a vivere una vita non sua. Dopo la laurea in economia aveva trovato un buon lavoro “sicuro”, ma ad un certo punto si accorge che stava vivendo la vita di qualcun altro. Ed allora pian piano, con fatica, determinazione e coraggio si è conquistato la vita che ha sempre sognato, a piccoli passi.
Piccoli passi che lo hanno portato lontano.

Oggi Marco ha visitato oltre 80 paesi. Negli anni ha partecipato ad alcune importanti spedizioni antropologiche nella foresta amazzonica; scalato le vette più alte del pianeta, tra cui l’Elbrus e l’Aconcagua; percorso migliaia di chilometri in 4×4 nella Africa più selvaggia. In moto ha viaggiato nella remota regione della Dancalia e nel deserto del Sudan. Ha collaborato con National Geographic Expeditions. Nel 2018 organizza e conduce un’importante spedizione antropologica nella foresta pluviale di Papua, per conoscere e vivere con i Koroway, gli ultimi uomini che continuano a vivere sugli alberi. Da questa spedizione è nato un’entusiasmante film doc “I Koroway di Papua – Un viaggio nel tempo”, acquistato dalla RAI e che nei prossimi mesi sarà proiettato in una delle trasmissioni televisive più autorevoli, ossia GEO.

Marco, veniamo a noi.

Come è nata la tua passione per il viaggiare? Quando hai capito che sei un viaggiatore, un esploratore?

La mia passione ha radici molto profonde e lontane. Pensa che già in terza elementare conoscevo tutte le capitali del mondo, i fiumi e le montagne più importanti. Gli anni del liceo e poi l’università hanno però assopito o meglio nascosto la mia innata voglia di avventura. Solo successivamente, intorno ai 25 anni, riprendendo in mano un gioco di società che avevo creato quando avevo 11 anni, improvvisamente si riaccese la fiamma di scoprire e conoscere il mondo. Da quel momento non mi sono più fermato….

p.s. Quel gioco di società si chiama AVVENTURA

Marco, se ti dico “viaggi lenti”/ “viaggi veloci” cosa ti viene in mente? Come vedi il concetto di “tempo” in un viaggio?

Il viaggio lento è quello che dà l’opportunità di godere ed assaporare al meglio il viaggio. Il viaggio veloce è il classico, per usare una metafora, cibo da fast food, figlio della moderna società che palesemente ci mette nella condizione di correre continuamente e di avere sempre meno tempo per noi stessi.

Il “tempo” in viaggio è sicuramente l’aspetto più importante da considerare. Nei “viaggi veloci” va pianificato molto bene per ottimizzare il poco tempo a disposizione. Il “viaggio lento” invece ti consente di gestirlo meglio e godere con più serenità i luoghi e gli incontri che si fanno viaggiando.

Tu che viaggiatore sei? Come ti definiresti? Un viaggiatore lento o veloce?

Ovviamente lento, non potrebbe essere diversamente. Per me il viaggio è conoscenza, confronto, scoperta.

Pensi che il modo di viaggiare sia cambiato negli ultimi anni con il turismo di massa?

Più che “cambiato il modo di viaggiare”, penso siano aumentati i viaggiatori o pseudo tali e quindi, come tutte le cose, quando aumenta la quantità, la qualità scende. Vedi Anna il problema è proprio questo. Oggi molta gente viaggia per aumentare il proprio ego, per farsi selfie in luoghi meravigliosi e condividere l’effimero. Spesso la gente non sa neanche dove è stata. E’ un vero peccato perché si perde la vera essenza del viaggio che è il contatto con i luoghi visitati, l’incontro con la popolazione locale e molto altro. Ecco perché un vero viaggiatore non si misura in quanti paesi ha visitati ma in che modo li ha visitati.

Pensi che i social network (facebook e Instagram) abbiano accentuato questo fenomeno del viaggiatore “veloce” che vuole toccare più tappe possibile e mostrarle sui social? Avere piuttosto che essere, collezionare piuttosto che diventare?

I social sono estremamente importanti e funzionali al turismo moderno. Non penso ci sia correlazione tra social e aumento dei turisti in giro per il mondo. E’ internet, in generale, che ha cambiato il mondo che ci circonda rendendolo più veloce e iper connesso. I social di certo hanno amplificato la condivisione e quindi la voglia di emulare.

Pensi sia possibile oggi fare viaggi lenti, in una società dove tempo = denaro, che corre così velocemente e privilegia la quantità di posti visitati, piuttosto che la profondità con cui ci si addentra in una cultura?

Certo, ne sono convinto. Purtroppo qui il problema ricade sull’offerta non sulla domanda. Le persone comprano quello che viene proposto ed oggi la stragrande maggioranza dell’offerta è focalizzata solo sul vendere quanti più viaggi possibile. Ci sono tour operator che sono diventati veri e propri supermercati del viaggio. Siamo continuamente bombardati da proposte spesso molto allettanti dal punto di vista economico e presentate bene, ma poi scarse di contenuti. Personalmente ho fatto una scelta diversa, responsabile.

Mi dici un libro e un film che secondo te un viaggiatore dovrebbe leggere e/o vedere?

Libro: “Vado verso il Capo” di Sergio Ramazzotti

Film: “Il Sale della terra” di Wenders e Salgado

Essendo una viaggiatrice so che ogni viaggio è a sé stante, è come un figlio: impossibile averne uno preferito. Ma se ti dicessi che puoi fare solo un ultimo viaggio, quale faresti?
O dove torneresti?

Molto bella questa domanda…. “se potessi fare solo un ultimo viaggio”….

Mi piacerebbe camminare per alcuni mesi lungo le montagne himalayane dormendo nei villaggi e nei monasteri, da solo, lontano da tutto il mondo moderno.

Tornerei sicuramente in Mongolia.

 

Grazie Marco.

Marco e i ragazzi di Backpacher Adventure hanno anche un blog super interessante che vi invito a seguire.

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