6 Agosto 2018. Bologna Centrale.

Mio padre mi ha appena accompagnato e mi saluta come fa sempre prima di ogni mio viaggio: “Testa sulle spalle, mi raccomando. E ricordati che ovunque sarai nel mondo, basta che mi chiami ed io ti vengo a prendere”.
Lo abbraccio forte, e gli dico. “Stai tranquillo, ci sentiamo presto”.

E vado.
Il mio treno per Ancona sta per partire.

Una volta arrivata ad Ancona cerco il bus per il porto, e mi ritrovo velocemente nella sala di attesa, la prima di una lunga serie.
Sto bene, provo un senso di libertà, osservo, non mi annoio.

Una volta salita sulla nave mi sistemo per la notte e poi ho tempo. Tanto tempo per riflettere. Penso a quelle persone che ti cancellano con un “clic”, solo perchè la mente e l’ego glielo impongono. L’anima e il cuore non cancellano mai veramente nessuno. Ed io sono cuore, sono anima e non sono identificata con la mia mente e il mio ego.

Ecco le tappe del mio viaggio.

La mattina seguente sono sbarcata a Spalato.
Per prima cosa sono andata a bermi un caffè sulla spiaggia. Era piena di anziani che passeggiavano con le gambe in acqua.

Dopo il caffè vado alla ricerca del mio ostello. Ho scelto l’ostello perchè si conoscono più persone, e per risparmiare un po’. Infatti, all’ostello conosco Isis, una donna spagnola di 41 anni, viaggiatrice solitaria in cerca di se stessa. E conosco anche Federico, ragazzo argentino di 25 anni.
Decido di passare un po’ di tempo con loro, e cerchiamo di comunicare un po’ in inglese e un po’ in spagnolo.
Spalato è molto bella, piena di resti romani, che convivono pacificamente con i bar e i turisti. E’ un posto piuttosto turistico, quindi si rischia di spendere molto nei ristoranti. Meglio cucinare qualcosa in ostello e visitare poi la città di sera: è più fresco (di giorno ad agosto fa veramente molto caldo) e ha più fascino.

Il giorno dopo mi dirigo verso l’autostazione verso la mia meta successiva: Mostar. Il primo pulman in partenza però è già pieno. Siamo in agosto, sarebbe stato meglio prenotare prima il posto.

Arrivo a Mostar solo nel pomeriggio (le distanze in Croazia- Bosnia sono un po’ relative: ci possono volere ore per percorrere pochi chilometri).
Tra me e Mostar è amore a prima vista.

Qui si respira la convivenza tra cristiani e musulmani, le cicatrici indelebili della guerra del 1991-1995.
Quello nella foto è il famoso ponte che venne bombardato e distrutto il 9 novembre del 1993, dalle forze croato-bosniache. Si tratta di un ponte ottomano del XVI secolo.
Una città magica che di sera si riempie di giovani che ascoltano musica dal vivo seduti nelle piazzette e nelle viuzze del centro storico. Mi sono ripromessa di tornarci, magari in un’altro periodo dell’anno.

Un’ultima birretta, e poi alle 18 ho il pulman per Sarajevo.
Ma ve lo racconto nel prossimo articolo.